· 

Botanica urbana!

Se noi non possiamo immergerci nella natura, impariamo ad osservare quando la natura viene da noi!

Ci troviamo ad affrontare un momento di forzato distanziamento non solo sociale, anzi fisico, come un amico ha recemtemente suggerito di chiamarlo, ma anche dalla natura, il cui contatto quotidiano ci fa così bene! Ed ormai non è più solo un'idea, ma un'evidenza scientifica comprovata! 
Ci troviamo in una situazione unica nella storia dell'umanità forse, così tanti stati in quarantena in tutto il mondo... e cosa accade la fuori? Arriva la primavera! Una primavera silenziosa, che noi siamo costretti a guardare dalla finestra, o poco più per i fortunati ad avere un giardino. Una primavera di cui noi non siamo parte, ma osservatori distanti, questo però può essere un input per renderci conto di quanto ci manca l'immersione nella natura, ma anche di quanto sia presente anche dove di solito non la vediamo: in città.

un'invasione silenziosa

Le piante che crescono spontanee nelle nostre città sono simbolo di una natura tenace e potente, che convive con le nostre abitudini che tendono a distruggerla e con la nostra disattenzione quotidiana a queste minuscole meraviglie.

 

In una città ci sono diversi ambienti che per le piante è possibile colonizzare, basti pensare a marciapiedi e selciati, bordi delle strade, aiuole lasciate incolte. Tuttavia quelli forse più affascianti sono gli ambienti murali, che ospitano specie in grado di vegatare in condizioni davvero estreme in termini di dispobibilità di nutrienti e acqua e spesso esposte a temperature estreme!

chi sono le protagoniste di questa "pacifica guerriglia urbana"?

Le piante che colonizzano gli ambienti urbani operano una pacifica invasione, resistono, approfittano di ogni spazio lasciato libero dalla cementificazione sconsiderata. Vegetano nelle tasche di suolo create nelle crepe dei muri, nelle fessure di un marciapiede, nello spazio fra due mattoni. Sono pronte per ogni occasione di proliferare.

 

Andremo a scoprire insieme alcune delle più comuni (a dire il vero quelle che ho trovato entro 200 m da casa mia o vicino al supermercato! Per non violare i decreti correnti!)

Questo elenco è in evoluzione quasi quotidiana... perchè una pianta al giorno... leva il medico di torno!


1. FUMARIA O FUMOSTERNO

Fumaria

 

 

Conosciuta anche come fumosa, fumoterra, fiele della terra. Esistono cinquanta piante congeneri di cui la più comune è Fumaria officinalis, pianta comunissima, annuale e infestante, cresce nei prati, ma anche nei ruderi, sui muri e lungo i bordi delle strade.

 

La curiosità interessante risiede nell'origine del nome di questa pianta: fumosterno deriva dal latino fumus terrae (fumo della terra) associata probabilemente al fatto che il portamento e il colore della pianta, soprattutto nella prima fase vegetativa, ricordano una nuvoletta di fumo.

La fervente fantasia di chi nel 1500 si interessava di botanica aveva invece ipotizzato che questa pianta avesse origine dal fumo, e che quindi si formasse quando un certo vapore emanava dalla terra, sotto l'azione del sole e dell'aria questo vapore si conformava in nella nostra pianta di oggi!

Controllate se nel muro di casa vostra i vapori di stanotte hanno portato magiche apparizioni!


VETRIOLA

 

Parietaria officinalis è forse la regina delle piante urbane, distribuita in tutta Italia, cresce comunemente su pareti di ruderi e lungo i muri, da qui il nome PARIETARIA o MURAIOLA!

 

E' molto comune anche perchè non ha particolari esigenze ecologiche, diciamo che si adatta facilmente! E aggiungo che, nonostante sia poco considerata, se osservata da vicino secondo me è una pianta piuttosto bella, con fusti rossastri e timidissimi fiorellini bianco-verdastri che crescono all'ascella del picciolo della foglia, difficili da notare se non si vanno cercando... provate!

 

Proprio il polline di questi piccoli fiorellini (ha una fioritura piuttosto lunga!) sono responsabili di forti riniti allergiche!

 

Conosciuta anche come ERBA VETRIOLA o ERBA DEI CANTINIERI per lo stesso motivo, veniva infatti utilizzata per pulire bottigli e vasi di vetro, semplicemente inserendo una manciata di foglie e acqua all'interno del recipiete da pulire!

                                                       Ricordi d'infanzia...

Qualcuno forse vedendo questa immagine ricorderà questa pianta, utilissima in molti giochi all'aperto della nostra infanzia, dove aveva molteplici ruoli, da medaglia e mostrina a simbolo di riconoscimento fra squadre fino a semplice decorazione e vezzo nei giochi di bambini in cortile.

Io la ricordo con affetto come una "cosa magica" anche se adesso so che, scientificamente, il motivo per cui si appiccica bene alle stoffe è la presenza di una peluria sulla pagina inferiore della foglia! 

 

VERONICA... o OCCHI DELLA MADONNA!

Se potesse parlare la Veronica direbbe:

<Sono Veronica, non sono un "non ti scordar di me"!!>

Infatti Veronica persica viene spesso chiamata erroneamente così e confusa con Myosotis scorpioides, ma non sono neanche imparentate, infatti la nostra piantina di oggi appartiene alla famiglia delle Scrophulariaceae mentre l'altra alle Boraginaceae!

 

Apprezzata in erboristeria quanto odiata dagli agricoltori perchè considerata invasiva, visto che forma tappeti estesi, tuttavia le radici sono poco profonde sono facili da estirpare. In permacoltura si preferisce lasciarla perchè il tappeto che forma mantiene l'umidità del suolo.

 

Una leggenda un po' splatter aleggia su questa graziosa piantina. I suoi fiorellini delicati ed azzurri che spuntano fra le foglie le hanno fatto meritare il nome di "occhi della madonna", i petali sono delicati, infatti se provate a raccoglierla e farne un mazzetto, i petali presto si staccheranno, e leggenda vuole che se qualcuno toccando la pianta o raccogliendola distrugge i quattro petali celesti avrà la sventura di un attacco da parte degli uccelli che andranno a beccargli gli occhi!!

to be continued...


Fonti bibliografiche:

  • Simbologia delle piante, C. Lapucci, A. Antoni. Ediz. Sarnus
  • Wild flowers of the mediterranean, M. Blamey, C, Grey-Wilson. Ed. Domino
  • Field guide to the wildflowers of southern europe, P. Davies, B. Gibbons

Scrivi commento

Commenti: 0