La narrazione e la ricerca di storie sono un elemento fondante del progetto, e ciò che lo unisce al mio lavoro di guida escursionistica.
Camminare e raccontare sono due azioni antiche e cruciali per la nostra natura umana, che abbiamo sempre fatto, ma che negli ultimi decenni abbiamo un po’ messo da parte. Noi vogliamo continuare a fare entrambe le cose. Unisciti a noi.
Nella mia ricerca personale ed esperienza teatrale l’incontro che ha avuto, e continua ad avere, il maggiore impatto è senza dubbio quello con la Compagnia O Thiasos TeatroNatura, condotta da Sista Bramini e Camilla Dell’Agnola, che seguo da anni e con le quali sto frequentando il terzo anno di Sacro Fuoco, percorso di formazione al TeatroNatura®, la cui poetica è ciò che risuona di più con il tipo di ricerca che voglio portare avanti come artista.
Un altro incontro importante è stato quello con il linguaggio del teatro sensoriale di Enrique Vargas e il suo Teatro de Los Sentidos, dopo tutto stare in natura è già di per sé un’esperienza sensoriale, perciò sono interessata a questo linguaggio come varco per un viaggio interiore e di relazione con il mondo naturale.
SelvaticaMente nasce con questo nome nell’aprile 2018, intorno alla performance site specific che abbiamo creato sul fiume Crevole e che ha lasciato il segno dentro di noi, dall’esigenza di rispondere alla domanda “Ma voi chi siete? Siete una compagnia? Come vi chiamate? Insomma, che ci scriviamo sull’articolo che parla del vostro intervento teatrale al fiume?”
Così mi sono inventata questo nome, così quando è nato eravamo cinque donne e un sassofonista, ma da allora sono passati tanti anni, tante persone si sono avvicinate e allontanate di nuovo.
Il primo semino di SelvaticaMente è stato piantato dalla fantasia di una guida escursionistica (la stessa che scrive queste parole) che desiderava dare corpo e voce alle suggestioni che la coglievano in cammino, durante i suoi sopralluoghi, e dalla voglia di condividere quest’incanto con altri camminanti.
Oggi è per metà un progetto personale, per metà un invito a gran voce a “venire a giocare con noi”, perché se è vero che sono io che tengo le fila di questo progetto è vero anche che è nell’incontro con altri artisti, altre realtà e nella formazione continua che si arricchisce di nuove sfumature e si riempie di significati.